L'ultimo di migliaia di notizie di stampa italiane sull'interminabile saga di Alitalia indica che potrebbe approdare comodamente nell'efficiente amministrazione delle Ferrovie dello Stato Italiane SpA – FS.
Ipotesi plausibile, si dice, studiata dal governo italiano per abbreviare i tempi per la cessione di Alitalia prevista per il 31 ottobre 2018, ultima data per presentare offerte vincolanti e per soddisfare i controlli della Commissione Ue sul prestito ponte ricevuto dall'italiano contribuenti (900 milioni di euro), scade il prossimo 15 dicembre. Dopo questa operazione urgente, il governo formerebbe un consorzio con il ministero dell'Economia (probabilmente al 15%) e un partner industriale.
La Commissione Ue è molto vicina al caso Alitalia e non è ancora apparsa sui giornali in linea con le direttive sugli aiuti di Stato.
"Bisognerà capire come evitare l'asse Ue sugli aiuti di Stato, visto che il prestito ponte da 900 milioni ad Alitalia è già sotto il controllo di Bruxelles e che i concorrenti stranieri [sono] pronti a sparare sull'operazione", ha detto il ministro Conte nel suo precedente intervento sul caso Alitalia, aggiungendo che il suo team esecutivo "sta lavorando per verificare la fattibilità del progetto".
Fs verso l'acquisizione del 100% di Alitalia?
Il confronto tra i commissari straordinari di Alitalia, Luigi Gubitosi, Enrico Laghi e Stefano Paleari, e la gestione di Fs proseguirà da lunedì 22 ottobre, per l'intera settimana con il supporto dei banchieri di Rothschild e Mediobanca.
Una delle questioni da risolvere riguarda la valutazione dell'intera compagnia aerea. Non è chiaro, infatti, se Fs dovrà stabilire ufficialmente un prezzo per l'acquisto in fase di offerta e se questo dovrà essere rispettato.
Altro aspetto fondamentale resta poi come procedere per creare il consorzio che in una seconda fase rileverà il capitale di Alitalia e che dovrebbe coinvolgere Cassa Depositi e Prestiti (o altra società legata al Mef) e il partner industriale.
Nell'ultima dichiarazione di GF Battisti AD (Fs) rilasciata il 27 settembre 2018, il titolo diceva: "Tante sinergie ma nessuna proposta". Sul possibile ingresso di Fs in Alitalia, Battisti ha dichiarato: “Guardiamo a tutte le opportunità che il mercato ci offre. Quando verrà proposto un piano lo valuteremo; ad oggi non c'è stata alcuna proposta".
Pareri contrari alla nazionalizzazione di Alitalia
Sulla possibile nazionalizzazione di Alitalia, cominciano ad emergere i primi dissidi ufficiali, a partire dai vertici di Assolombarda, l'associazione di Confindustria che raggruppa le imprese operanti nelle province economiche del Nord Italia, Milano.
"Alitalia non è un ammortizzatore sociale", ha detto il presidente Carlo Bonomi all'assemblea dell'associazione tenutasi a Milano. “Chiediamo che gli italiani possano esprimersi in un referendum per dire se vogliono pagare di tasca propria per la sopravvivenza di Alitalia”, e ha ribadito il “NO” di Assolombarda a uno “Stato che crede di poter gestire nuovamente il trasporto aereo”.
A sostegno della sua tesi, Bonomi ha ricordato come negli ultimi 20 anni nel buco nero dell'ex compagnia di bandiera (tra aiuti di Stato, finte privatizzazioni, perdite di mercato e licenziamento per migliaia di dipendenti), sia andato in fumo oltre 8 miliardi di euro. Più o meno, «6 volte quanto il capitale di rischio dà alle start-up in un anno e tutto questo per un vettore che continua a perdere 1.2 milioni di euro al giorno».
Il presidente dell'Enac, l'ente che vigila sui voli civili nei cieli italiani, fa fuoco contro l'idea di nazionalizzare l'Alitalia in crisi. Vito Riggio afferma che nazionalizzare l'ex compagnia di bandiera “è assolutamente improprio; Ho sempre detto che è fuori da una logica di mercato".
Le spese irresponsabili
In un altro articolo, Corriere.it evidenzia il costo dei noleggi di 77 (su 118) aeromobili che compongono la flotta di Alitalia per i quali il vettore paga 28 milioni di dollari al mese. Si tratta di un costo, dicono gli esperti, troppo alto e basato sull'eredità degli accordi firmati prima della gestione della commissione, senza contare il fatto che entro i prossimi 5 anni Alitalia dovrebbe spendere altri 1.8 miliardi di dollari in leasing.
Intanto il ministro del Lavoro e altri politici dell'attuale governo sostengono il ritorno di Alitalia come compagnia di bandiera (a spese dei contribuenti) attribuendo ad Alitalia il potere taumaturgico di migliorare i flussi turistici dai Paesi su cui vola verso l'Italia.