Pirati somali nei tribunali del Kenya

Il vicepresidente del Kenya Kalonzo Musyoka ha durante una visita a Mombasa la scorsa settimana ha ribadito che quei pirati somali catturati e consegnati alle autorità keniane per il processo saranno trattati in accordo

Il vicepresidente del Kenya, Kalonzo Musyoka, durante una visita a Mombasa la scorsa settimana ha ribadito che i pirati somali catturati e consegnati alle autorità keniane per il processo saranno trattati in conformità sia con la legge locale del Kenya che con il diritto internazionale.

Si dice che Musyoka abbia fatto le osservazioni mentre commissionava vari nuovi progetti di assistenza sociale e unità abitative per il personale della prigione 'Shimo la Tewa' situata lungo la costa settentrionale di Mombasa.

Molti dei pirati catturati sono trattenuti in custodia cautelare e apparentemente hanno cercato di lamentarsi con il vicepresidente in visita per il ritardo del loro processo. Resta comunque inteso che alcuni loro 'colleghi' sono già stati processati, giudicati colpevoli e stanno scontando lunghe pene detentive. Non è insolito, considerando il carico di lavoro dei tribunali kenioti, che gli accusati rimangano in custodia cautelare per lunghi periodi di tempo, una situazione che i pirati ora condividono con la popolazione criminale locale keniota in attesa di processi, completamento dei processi o condanna.

Il Kenya non concede agli imputati una considerazione e privilegi speciali in considerazione dei crimini commessi in alto mare contro equipaggi innocenti catturati e tenuti in ostaggio per lunghi periodi di tempo in circostanze spesso atroci. In confronto, i pirati catturati sono tenuti in un ambiente civile e umano, non apprezzato dai loro stessi prigionieri ancora detenuti in Somalia.

Nel frattempo, nel fine settimana, è emerso un pantano diplomatico, quando un aereo che trasportava oltre 30 presunti pirati deportati dalle Seychelles è atterrato a Nairobi. L'aereo, appartenente a una compagnia aerea charter keniota, ha portato il suo carico umano a Nairobi con l'intesa che i passeggeri sarebbero stati ammessi in Kenya e avrebbero poi potuto tornare in Somalia oppure "fondersi" nella popolazione generale.

Tuttavia, dopo l'atterraggio, l'aereo è stato immediatamente indirizzato al rullaggio sul lato militare dell'aeroporto e da allora è stato tenuto sotto stretta sorveglianza, dopo che l'alimentazione a terra è stata collegata all'aereo per consentire il funzionamento dei suoi sistemi elettrici. L'identità del noleggiatore, anche lui keniota, è stata tenuta segretamente gelosamente custodita, ma resta inteso che il personale di sicurezza keniota è alla ricerca dell'individuo e dei suoi legami con il "business" della pirateria in Somalia.

Fonti attendibili a Nairobi, tuttavia, non sono state in grado di fornire alcuna indicazione su quale decisione possa prendere il governo keniano, ovvero deportare in Somalia i presunti pirati inizialmente catturati nelle acque delle Seychelles e consegnarli al governo di Mogadiscio oppure accusarli in un corte keniota.

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Circa l'autore

Linda Hohnholz

Caporedattore per eTurboNews con sede nel quartier generale eTN.

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