- Il ministro della Salute Speranza è sotto il controllo degli avvocati delle famiglie delle vittime del COVID dalla prima ondata nel Paese.
- L'ex direttore generale della prevenzione presso il ministero della Salute ha detto che un piano pandemico non è stato fatto, non è mai stato aggiornato.
- Il coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico, un comitato di 24 esperti che consigliano il governo italiano sulla pandemia, ha detto che non erano previste maschere necessarie, letti liberi.
La sorte del Ministro della Salute italiano, Roberto Speranza, è sempre più incerta ora che la Procura di Bergamo e le famiglie delle vittime della prima fase del COVID-19 hanno ricostruito la catena di inadempienze del ministero sul difese anti-COVID e quello che sembra essere un presunto piano pandemico in Italia inesistente.
Reticenza, falsa ideologia, omissioni, complicità e false testimonianze
Il quadro che emerge dalle indagini della Procura di Bergamo sulla strage in Val Seriana regala una fotografia del mancato rispetto della catena di comando del Ministero della Salute italiano sotto la responsabilità di almeno 3 ministri - Beatrice Lorenzin, Giulia Grillo e Roberto Speranza. Anche l'indipendenza del Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) Viene ora messo in discussione, a seguito della censura nel maggio 2020 del rapporto sulla gestione della prima fase pandemica da parte del governo Conte come “improvvisata, caotica e creativa”.
La sorte del Ministro Speranza e gli equilibri politici del governo Draghi sono ora in gioco per il mancato adeguamento del piano pandemico e il presunto coinvolgimento del Ministero della Salute nella rimozione del rapporto OMS (documento ritrovato grazie al team legale del i parenti delle vittime del COVID-19 guidati dall'avv. Consuelo Locati).
Il piano pandemico approvato dalla Conferenza Stato-Regioni nel 2006 è rimasto in vigore in Italia fino al 25 gennaio 2021.